15 Giugno 2016
L'AVVENTO DELLA SCULTURA RELIGIOSA NEI SECOLI
Fino al 1400 la scultura, come anche la pittura, aveva un carattere principalmente religioso, poiché la produzione di statue era destinata a chiese e istituzioni religiose. Nell’Europa medievale il cattolicesimo era la religione predominante ed era diffusa in modo omogeneo; l’arte aveva lo scopo di esaltare la sacralità di Gesù e dei santi, ma soprattutto era uno strumento per divulgare i precetti della fede e per trasmettere valori morali e religiosi. La maggior parte dei fedeli era analfabeta, e così affreschi e sculture erano mezzi di comunicazione a scopo didattico, dato che potevano essere compresi con immediatezza dal popolo.
Le raffigurazioni erano semplici e di facile comprensione, i muri delle chiese erano affollati di bassorilievi raffiguranti scene bibliche, angeli e diavoli che avevano il compito di illustrare ai fedeli la bellezza del paradiso e l’orrore dell’inferno.
Nel XV secolo avvenne un grande cambiamento, perché la Chiesa visse una grave crisi: emersero la corruzione del clero e gli abusi della Chiesa, troppo legata alle ricchezze, ai beni terreni e alla politica piuttosto che alla vita spirituale. L’Europa sentiva l’esigenza di una riforma che rinnovasse la Chiesa e la riportasse alla sua originaria funzione. La Riforma Protestante avviata da Martin Lutero ebbe ampia diffusione e scatenò la fine dell’unità religiosa del cristianesimo nell’Occidente.
L’arte sacra abbandonò in parte il suo ruolo educativo, e assunse una funzione celebrativa. Gli esponenti della nobiltà influenzavano il campo dell’arte con i loro desideri e le loro possibilità. Così, dipinti e sculture cominciarono ad assumere una valenza diversa: il ricco committente indicava all’artigiano quali elementi inserire nell’opera, e quale significato dovesse trasmettere.
I soggetti religiosi erano ordinati per le dimore borghesi, con lo scopo di testimoniare non solo la gloria di Dio, ma soprattutto di attestare il proprio nome, che veniva riportato sull’opera, oppure venivano introdotti oggetti profani e simboli che richiamassero il committente, rendendo chiaro il riferimento. Per questo, troviamo frequentemente i volti dei donatori rappresentati nelle sculture o ritratti sullo sfondo degli affreschi eseguiti dopo il Quattrocento.
Se durante il Medioevo la superbia era ritenuta un grave peccato capitale, nel Rinascimento avvenne un cambiamento di mentalità, e i committenti entrarono nell’opera come parte integrante. Nelle sculture fiamminghe, tedesche e italiane, essi avevano le stesse proporzioni della figura divina. Tale perdita del carattere sacrale dell’arte è in parte riconducibile al sentimento religioso secondo il quale gli uomini dovevano immaginarsi le scene bibliche come se vi partecipassero di persona; ma resta il fatto che l’arte sacra perse pian piano la sua intensità.
Nel Rinascimento viene riscoperta l’arte classica e funge da ispirazione alle scene religiose, che assumono caratteristiche più terrene e pongono l’attenzione sull’anatomia umana. Il corpo viene reso in tutto il suo splendore, spesso è nudo e pone l’attenzione sulla muscolatura e la gestualità, con rappresentazioni sempre più realistiche.
L’arte religiosa perse il ruolo centrale che aveva ricoperto nei secoli precedenti; con la diffusione delle idee illuministe perde anche la sacralità che fino ad allora aveva caratterizzato le icone religiose. L’essere umano, con la sua carnalità e le sua dimensione terrena, torna ad essere il centro dell’opera d’arte, e porta all’evoluzione dello stile Neoclassico. Equilibrio, proporzione e tranquillità sono i caratteri distintivi dell’arte neoclassica.
Nell’Ottocento vede la luce una grande innovazione in campo artistico: la fotografia. Il suo avvento influenza in modo significativo tutte le arti, in primis la pittura e la scultura. Non vi è più l’esigenza di rappresentazioni realistiche e precise, e l’interesse degli artisti si muove verso raffigurazioni cariche di passione, tensione, energia.
Scultura religiosa in Italia
Il Rinascimento italiano fu largamente influenzato dall’opera di Antonio Pisano, scultore e architetto attivo nel XIII secolo, che ancora oggi viene considerato il padre della scultura moderna. Il suo lavoro come scultore era strettamente legato all’architettura, e consiste solitamente nell’aggiungere delle decorazioni plastiche alle opere architettoniche da lui progettate. Come scultore venne influenzato dallo stile gotico nordeuropeo, al quale vi aggiunse l’armonia e l’intensità comunicativa dell’arte classica; fu in questo senso un rinnovatore dell’arte religiosa. Conobbe la notorietà per i suoi lavori al pulpito del Duomo di Siena e al Battistero di Pisa. Le scene sono realistiche e dinamiche, i movimenti vivaci, i volti raffinati ed espressivi; la composizione risulta rigorosa e precisa.
Nel Cinquecento la scultura assume connotati sempre più realistici, abbandonando l’idealizzazione del modello classico. Lo scultore più influente fu Michelangelo Buonarroti, capace di plasmare forme possenti e dinamiche. Molti artisti si ispirarono a lui negli anni a venire, dando vita a uni stile anticlassico: il Manierismo, in cui il movimento e le sensazioni acquistano importanza mentre il rigore formale passa in secondo piano.
Gian Lorenzo Bernini trasse ispirazione da Michelangelo e andò anche oltre il grande maestro: seppe infatti introdurre temi nuovi e soggetti di grande complessità formale. Sviluppò uno stile fastoso che ebbe ampia diffusione negli anni della Controriforma e dominò la scena per tutto il Seicento.
Nel Settecento le idee illuministe e l’interesse suscitato dalle scoperte archeologiche durante gli scavi di Pompei ed Ercolano, danno vita ad un revival dello stile classico nella sua forma più fredda e purista: lo stile Neoclassico. Il maggior esponente della nuova corrente fu Antonio Canova, che colpiva per la bellezza e l’armonia delle sue sculture.
Scultura religiosa in Spagna
In Spagna prolificò la rappresentazione di figure sacre durante il Settecento. Si realizzarono opere folgoranti e cariche di valori devozionali, era infatti l’epoca dei mistici carmelitani e della religiosità tormentata. Il sacro era vissuto in Spagna come esperienza reale e umana, e da questo sentimento ne derivò una scultura estremamente realistica e di forte impatto emotivo. Tra gli scultori spagnoli, si distingue Alonso Berruguete, attivo alla corte di Carlo V nella prima metà del Cinquecento. Fortemente influenzato da Michelangelo, nelle sue opere mescola elementi della cultura italiana con i caratteri della scultura tardogotica spagnola, con il risultato di uno stile altamente drammatico la cui intensità viene accentuata dall’uso della policromia.
Scultura religiosa in Francia
In Francia ebbero ampia diffusione i calvari: monumenti pubblici raffiguranti un crocefisso e collocati solitamente all’eterno di santuari, monasteri e cattedrali. I calvari bretoni si distinguono per la loro complessità e per la presenza di altre sculture disposte attorno al crocefisso centrale. Spesso troviamo rappresentazioni della Madonna, degli apostoli e dei santi.
Oltre ad essere monumenti di culto, avevano anche una seconda importante funzione: erano punti di orientamento per i viaggiatori e per questo venivano costruiti negli incroci delle strade. Nel Medioevo inoltre, indicavano l’appartenenza di un territorio alla comunità cristiana.
La scultura francese si lascia influenzare dallo stile gotico.
Nel Cinquecento era ammirato Germain Pilon, artista dotato di gusto raffinato e di eccezionale abilità nella lavorazione del marmo e del bronzo. Fu scultore di monumenti funebri e di statue e bassorilievi a soggetto religioso.
Nel Settecento si distingueva Jean-Baptiste Pigalle per le scenografiche composizioni religiose e i grandiosi monumenti sepolcrali, come quelli realizzati per la cattedrale di Notre Dame di Parigi.