27 Luglio 2017
LE SPECCHIERE ANTICHE: STORIA ED EVOLUZIONE
Secondo un’antica leggenda, il primo specchio si creò sulla vetta dell’Himalaya, dove un ruscello si fermò per riposare e per riflettere sul proprio corso. Una ragazza che passeggiava lassù guardò dentro lo specchio d’acqua e vide con stupore il volto di un’altra donna, poi si accorse che era il proprio riflesso.
Mitologia a parte, lo specchio è uno degli oggetti che meglio definisce la civiltà umana: la storia dello specchio riflette il bisogno dell’uomo di specchiarsi, di vedere la propria immagine. Lo specchio è fondamentale nello sviluppo dell’idea di identità, che è centrale in ogni aspetto della storia dell’uomo, dall’arte all’archeologia, dalla psicologia alla filosofia, alla medicina, all’ottica, alla tecnologia.
I primi specchi prodotti dall’uomo sono stati trovati in Turchia e risalgono al 3.000 a.C. Anticamente erano piccoli e molto costosi, erano considerati oggetti divini e venivano utilizzati nei rituali sacri.
Da allora le tecniche di produzione degli specchi si sono evolute fino a raggiungere altissimi livelli di raffinatezza.
Lo specchio nella storia
Gli antichi egizi usavano dei piccoli specchietti in metallo, erano dei dischetti piatti realizzati in bronzo lucidato e avevano una maniglia in legno, metallo o avorio che serviva da sostegno, oppure un occhiello per appenderli. Gli esemplari più preziosi erano corredati di una scatolina dal coperchio tondo che serviva da protezione per la superficie, per essere trasportati agevolmente. La maggior parte erano decorati con immagini degli dei: Ra il dio del sole in Egitto; nell’antica Grecia invece troviamo Pan, il dio dei boschi, Eros il dio del desiderio, Afrodite la dea dell’amore e della bellezza.
I primi specchi in vetro arrivarono nel Medioevo, erano fatti con piastrelle di vetro soffiato che veniva posto su forme di piombo fuso appositamente dimensionate, ed erano leggermente colorati; il procedimento chimico per schiarire il vetro e renderlo del tutto trasparente si sarebbe scoperto più avanti. La superficie era resa riflettente grazie all’inserimento di un sottile strato di lamiera metallica lucidata. Il processo era tuttavia molto complesso e impreciso e portava ad ottenere degli specchi lievemente ricurvi.
Già nel Trecento lo specchietto era entrato nella quotidianità, divenendo un must-have per le donne. Nessuna usciva di casa senza averne uno con sé: lo si indossava come un gioiello, appeso ad una catenina come fosse un ciondolo della collana, incastonato in una piccola cornice dorata; oppure alla vita inserito nella cinta e impreziosito con dettagli in tartaruga, avorio, pietre preziose. Gli specchietti di questo tipo erano spesso decorati con eleganti incisioni in miniatura.
Gli specchi veneziani
L’isola veneziana di Murano si specializzò nella produzione di specchi di altissima qualità, e divenne nel Cinquecento il centro più famoso per la lavorazione del vetro. Fu Vincenzo Redor l’inventore degli specchi veneziani, che nel 1540 mise a punto e brevettò la tecnica di lucidatura e spianatura delle lastre di vetro, che consentiva di ottenere specchi dalle superfici perfettamente piatte. Tale procedimento era molto complesso e rendeva lo specchio un oggetto di lusso.
Gli specchi veneziani erano molto ricercati, si caratterizzavano per la cornice sagomata, spesso sormontata da un altro piccolo specchio e da cimase finemente intagliate. La tecnica di produzione era estremamente raffinata e introduceva importanti innovazioni, come l’incisione con la punta di diamante. Venezia divenne il centro principale di esportazione del vetro in Europa, guadagnando una supremazia economica che mantenne per oltre 150 anni.
I maestri specchiai di Murano erano molto rinomati e i loro segreti del mestiere erano preziosissimi. Nel Cinquecento gli artigiani si riunirono in corporazioni per proteggere la tecnica di produzione sviluppata sull’isola e impedire che venisse copiata da altri laboratori.
Venne creato il “Consiglio dei dieci” per sostenere i vetrai, e allo stesso tempo per assicurare che restassero isolati dal resto del mondo. Gli artigiani venivano condotti sull’isola sotto copertura e raramente avevano la possibilità di viaggiare. Quando tuttavia capitava che dovessero allontanarsi dalla città, il “Consiglio dei dieci” prendeva in ostaggio la loro famiglia e la condannava a morte se non fossero tornati o se avessero provato a svelare i loro segreti.
Murano difendeva vigorosamente il monopolio sul vetro, i profitti che ne derivavano erano troppo grandi per rischiare di perdere la supremazia. I monarchi europei hanno provato a scoprire i segreti veneziani a qualsiasi costo, come quando nel XVII secolo Colbert (il ministro di Luigi XIV) corruppe tre maestri di Murano con l’oro, e li trasportò segretamente in Francia per riprodurre i pregiati specchi di Murano.
Gli specchi francesi
Mentre le tecniche di produzione dei maestri veneziani erano basate sulla soffiatura del vetro, gli artigiani francesi si specializzavano nella tecnica della colata. Questo nuovo procedimento consisteva nel versare il vetro fuso in stampi dalla superficie perfettamente liscia, e mentre si raffreddava, lo si arrotolava con dei rulli speciali, ottenendo una consistenza perfetta. Subito dopo questa invenzione, il Re Sole commissionò la costruzione della Galleria degli Specchi a Versailles, in cui fece arrivare ben 119 vetrate. Le specchiere francesi sono caratterizzano tipicamente dalle raffinate decorazioni con foglie di acanto, putti, volute, decori a rocaille che incorniciano cartigli o piccole figure.
Evoluzione delle tecniche di produzione
Nel Rinascimento a Firenze fu inventato il procedimento per fondere le superfici di vetro a basse temperature, e nacquero gli specchi moderni. Con questa tecnica si potevano ottenere degli specchi chiari e nitidi, non più ombreggiati come era comune fino ad allora.
Nel barocco si rafforzò l’utilizzo degli specchi come decorazione degli ambienti di casa. Le specchiere grandi e riccamente decorate venivano appese alle pareti dei grandi saloni di rappresentanza, o appoggiate sopra a cassettoni e console. Gli specchi decorativi erano dorati e ornati di intagli con motivi a foglia, rosette, ghirlande, eleganti volute.
Molto utilizzata era la “psichè”: un mobile per la camera da letto, con un grande specchio verticale ovale o rettangolare, racchiuso da una cornice di legno e sostenuto da un cavalletto, che consentiva di inclinarlo a piacimento.
Proprio la diffusione dello specchio portò alla nascita del genere dell’autoritratto: i pittori potevano guardarsi riflessi in uno specchietto mentre dipingevano. Come il celebre autoritratto di Escher, in cui disegna se stesso mentre si riflette in uno specchio convesso.
Nel 1835 il chimico tedesco Justus von Liebig inventò lo specchio in vetro argentato, in cui un sottile strato di argento metallico veniva steso sulla lastra di vetro con la riduzione chimica del mitrato d’argento. Questo processo permise di fabbricare specchi su vasta scala, e per la prima volta nella storia lo specchio divenne un oggetto comune alla portata di tutti.
Lo specchio nell’arredamento
Gli specchi sono sempre stati largamente utilizzati nell’interior design e sono apprezzati per numerosi motivi, primo fra tutti la capacità di trasformare una stanza donando carattere e creare illusioni prospettiche che danno la sensazione di maggiore spazio e profondità.
Inserire una specchiera antica nell’arredamento è una mossa di grande effetto, soprattutto se l’ambiente ricalca lo stile contemporaneo e ha bisogno di un tocco di originalità. Se la stanza ha un angolo poco luminoso, collocarvi uno specchio aiuterà a metterlo in luce.
Uno specchio di grandi dimensioni rappresenta la soluzione ideale per arredare un ambiente piccolo e stretto, perché riflettendo le pareti lo farà apparire più spazioso. Se avete un corridoio molto stretto, potete appendere degli specchi ad entrambe le pareti, in modo che si riflettano a vicenda; oppure rendere un’intera parete a specchio e l’effetto sarà quello di uno spazio ampio e senza muri.
Una casa antica con i soffitti molto alti, sarà valorizzata da uno specchio che la percorre in tutta l’altezza fino al pavimento, con un effetto molto scenografico.
Gli specchi antichi sono ottimi elementi decorativi quando si tratta di riempire una parete vuota: una specchiera dalla cornice dorata e scolpita è una soluzione semplice, elegante e adattabile ad ogni contesto. Se lo spazio è molto ampio, potete divertirvi a comporre un disegno accostando diverse specchiere tra loro, come se fossero dei quadri.
Se in casa avete poche finestre, un’idea interessante è quella di appendere uno specchio sulla parete proprio di fronte alla finestra, in questo modo rifletterà l’ambiente esterno, gli alberi, il cielo e riempirà la stanza con i raggi del sole.
Allo stesso modo, appendere uno specchio di fronte ad un elemento importante e pregiato ne esalterà il valore, come un dipinto firmato, un candelabro antico, un lampadario ricercato.
Uno specchio antico, con una cornice ricca ed elaborata, è infine un’ottima soluzione per dare vita ad un mobile un po’ anonimo. Collocatelo sopra una console o un comò, e lo trasformerete nel punto focale della stanza.
Tipi di specchi antichi
Specchi in stile Gotico: venivano realizzati tra il XII e il XVI secolo ed erano caratterizzati da cimase ad arco appuntito e cornici in legno scuro ricche di intagli decorativi. Al giorno d’oggi non è difficile trovare esemplari di specchi in stile gotico realizzati nell’Ottocento, periodo in cui vi fu un revival dello stile che venne chiamato gotico vittoriano.
Specchi in stile Barocco: risalgono al XVII secolo e hanno tipicamente una forma ovale, la cornice in legno di quercia o noce rivestita di oro o argento, ed intagli meno elaborati delle specchiere gotiche.
Specchi in stile Rococò: prodotti nella prima metà dell’Ottocento, gli specchi in stile Rococò hanno una forma rettangolare o rotonda e una cornice in legno di noce o mogano, sormontata da sculture dorate e intagli con motivi floreali.
Specchi in stile Neoclassico: possono avere forma ovale o rettangolare, sono montati su una base piatta ed esprimono equilibrio e armonia. Gli specchi in stile Neoclassico hanno cornici dorate e intagliate, decorate in modo più elegante e meno elaborato di quelli del periodo Rococò.
Specchi in stile Vittoriano: si distinguono per il design particolare, basato sui giochi di contrasto. La cornice può essere in legno bianco oppure scuro, ed è decorata con forme grosse e cariche, spesso di ispirazione gotica.
Specchi in stile Edoardiano: gli specchi realizzati nel primo decennio del Novecento hanno uno stile delicato e tinte tenui, raccolgono diversi elementi stilistici dalle epoche passate.
Specchi in stile Art Nouveau: sono caratterizzati da linee sinuose, delicate volute e decorazioni con motivi floreali e naturalistici. Comunemente hanno cornici di peltro o di ferro battuto nero. Una caratteristica peculiare delle specchiere in stile Art Nouveau è l’utilizzo del vetro macchiato, che aggiungeva una finitura delicata.
Specchi in stile Art Déco: sono caratterizzati da linee geometriche forti e decorazioni pompose, usano materiali eclettici come legni esotici, cromo, bachelite, vetro pressato. Il design è ricercato ed esprime lusso e decadenza, i complementi in stile Art Déco rendono gli ambienti affascinanti e scenografici, producendo un effetto plateale.